Durante il mio ultimo viaggio in Messico a Playa del Carmen avevo preso la decisione di tornare ad una vita normale per qualche mese e fermarmi in una sola città in cui vivere, possibilmente una che conoscevo già. Dovevo riordinare le idee; un’incomprensione con uno dei miei clienti mi aveva demoralizzato non poco e stava per mandare all’aria due anni di nomadismo digitale.
Decisi così di lasciare il Messico e fare ritorno a Londra; non una scelta qualunque, dato che avevo già vissuto due anni in quella città.
Felice della mia decisione, cominciai ad avvisare amici londinesi e parenti in Italia; l’intenzione era quella di fermarmi almeno 3/6 mesi in quel luogo che avevo già chiamato casa in passato, con l’obiettivo di capire in quale direzione proseguire dopo quasi un anno e mezzo in viaggio.
Prenotai l’ennesimo biglietto di sola andata, salutando il Messico e sbarcando di nuovo nel Regno Unito senza un piano ben preciso.
Londra è una delle mie città preferite in Europa: le opportunità che offre, l’ambiente internazionale e di innovazione che si respira e tutte le cose da fare e vedere. Ero di nuovo in una città che amavo e sarei potuto rimanere per qualche mese, come programmato.
Ma qualcosa è scattato nella mia testa dopo pochi giorni dal mio arrivo; ho avvertito nuovamente quella voce dentro di me che mi sussurrava di non fermarmi, non adesso.
In fin dei conti quella Londra l’avevo già vissuta; gli affitti astronomici, il costo della vita esagerato e una società nella quale ormai non mi riconosco più.
Mi sono accorto di essere un’altra persona, di pensare diversamente rispetto a quando sono partito; questo lungo viaggio mi ha cambiato. Non la vacanza in un resort con braccialetto all inclusive al polso, ma un viaggio differente, più profondo e significativo, quello che mi sono abituato a fare negli ultimi anni.
Quello in solitaria, con uno zaino in spalla e con le idee poco chiare, con un budget low cost, con quella percezione di mondo che sfugge lentamente fino a diventare una visione più personale della realtà, sicuramente diversa da quella che ho avuto fino a qualche tempo fa. Completamente differente da quella delle persone che mi circondano.
Ho assaporato la libertà totale che solo un viaggio del genere può dare e mi sono accorto di non poterne più fare a meno. Non aveva alcun senso rinunciare proprio adesso, mettere in secondo piano i miei progetti e rimanere fisso a Londra. Ho quindi ascoltato nuovamente quella voce che mi ha sussurrato di non fermarmi ed è stato inevitabile non assecondarla, è l’unica di cui mi fido e la sola che in fondo sa quello che è più giusto per me.
Dovevo sbatterci la testa e rendermene conto di persona, perché quella città continuava a insinuarsi tra i miei pensieri, a intervalli irregolari, ma sempre con il pensiero fisso di tornarci a vivere, un giorno. La verità è che Londra non è una città dove si riesce a fermarsi dopo un’esperienza del genere, e me ne sono accorto solo guardandola con occhi diversi.
Dovevo perdermi per trovare di nuovo la strada giusta, e sono contento di averlo fatto a Londra.
Ci sono altri posti in cui vale la pena vivere, o perlomeno provarci. Ecco perché la ricerca del mio posto nel mondo continua.
Voglio vivere fuori dalla mia comfort zone
Non so ancora quale sarà il punto di arrivo di questo strano viaggio che sto facendo ormai da diversi anni, ma so che il cambiamento che sto attraversando è frutto dei km macinati, dei timbri sul passaporto, della gente che ho abbracciato e salutato dopo giorni, settimane o mesi, delle parole che ho imparato in lingue differenti dalla mia.
E se prenotare un biglietto di sola andata per una destinazione sconosciuta è una delle poche emozioni che ancora mi fanno venire la pelle d’oca, non ha senso smettere adesso che posso vivere viaggiando e svolgere il mio lavoro da qualsiasi parte del mondo, magari in una nazione ben più economica e dove il cielo è sicuramente meno grigio rispetto alla capitale britannica.
Non posso più rimanere fermo ma soprattutto non posso più mentire a me stesso. Ho superato una linea dalla quale ormai è impossibile tornare indietro e non voglio più tornare a vivere come prima; il mondo è troppo grande e lo voglio esplorare alla mia maniera, zaino in spalla, fino a quando non sarò davvero stanco.
Ho scelto ancora di partire senza biglietto di ritorno, per vivere al di fuori della mia comfort zone. Ora si che è impossibile tornare indietro.