Due mesi in Thailandia sono stati un mix di emozioni e sensazioni non facili da raccontare e descrivere sulle pagine di questo blog. Sono arrivato a Bangkok e l’unica cosa che volevo fare era scappare per il traffico, l’odore del cibo, lo smog e tutto il resto.
Giorno dopo giorno però ho imparato a convivere con taxisti e tuk tuk che ti suonano dai bordi della strada, ho provato quel cibo cucinato sui marciapiedi e ho scoperto che non è poi nemmeno così male come credevo fino a non poter più fare a meno della cucina thailandese, ho visto che Bangkok è una città più moderna di tante altre città italiane e nonostante tutti i difetti ora è entrata di diritto nella mia top 5 delle città che più amo al mondo.
Poi ho chiuso lo zaino e mi sono spostato a Chiang Mai, dove tutti sorridono e ad ogni angolo puoi trovare un cafè carinissimo dove perderti per ore sui divanetti immerso nei tuoi pensieri.
A Chiang Mai ho camminato per le strade dell’Old Town, conosciuto expats, nomadi digitali e gente del posto che mi hanno fatto innamorare, come succede un po’ a tutti, di questa bella cittadina.
Ho visto lo spettacolare White Temple di Chiang Rai e ho avuto il piacere di conoscere viaggiatori e altre persone che hanno reso un po’ meno in solitaria il mio viaggio.
Sono stato anche a Phuket e ho imparato cosa significa veramente la parola nightlife in Thailandia; ho assistito ad alcuni dei tramonti più belli che abbia mai visto, direttamente dalla spiaggia con i piedi nella sabbia e la mente che volava oltre l’orizzonte di quel tramonto.
In mezzo a tutto questo mi sono costruito una routine, uno stile di vita ancora una volta differente da quello a cui mi ero abituato fino a qualche giorno prima della partenza. Sono cambiato di nuovo, ed è la cosa che più cercavo da questo viaggio.
Come è cambiato anche il mio modo di viaggiare, sempre meno interessato a monumenti e cose da spuntare su una lista di ipotetiche things to do, e più interessato a vivere un luogo piuttosto che essere un semplice turista.
Forse non è corretto chiamare esperienze simili con un termine riduttivo come viaggio; si perché ci sto vivendo in Thailandia, anche solo per pochi mesi, e non sono interessato a scattare selfie con tigri oppure a lavare elefanti.
Sto cercando di carpire il più possibile la cultura thai e le sue usanze, non solo per imparare ma anche per crescere e farmi la mia idea su questa parte di mondo.
E per rispettare, a modo mio, un Paese che mi sta ospitando con le sue regole e la sua gente così diversa da quello a cui ero abituato, ma così affascinante.
Il mio piano era quello di vivere un’esperienza simile anche in Vietnam, ricercare le stesse sensazioni ed emozioni che la Thailandia è riuscita a regalarmi ma si sa, a volte è necessario ascoltare il proprio istinto, lui sa sempre quello che è più giusto per noi, e cambiare i propri piani.
Questo è il motivo per cui mi sono svegliato pochi giorni fa in una stanza di hotel a Ho Chi Minh (Saigon) in Vietnam, e senza pensarci troppo ho prenotato un volo per Bangkok, la città thailandese che più di tutte mi è entrata nel cuore in questi due intensissimi mesi.
Thailandia, il mio posto nel mondo?
Quando si decide di viaggiare per lunghi periodi è normale voler cambiare il ritmo, fermarsi e rallentare.
La mia avventura proseguirà li dove è iniziata, nella stessa città da cui volevo scappare solo dopo poche ore dal mio arrivo; Bangkok è il luogo in cui voglio essere in questo momento e chissenefrega del traffico, dello smog e degli odori dello street food che ti entrano dentro e non ti abbandonano più.
Avere la libertà di decidere dove vivere e continuare ad inseguire i miei strani sogni nel cassetto è fondamentale, e ora lo posso dire: ho trovato il mio posto nel mondo, almeno fino al prossimo biglietto di sola andata.