Chi sono e cosa fanno i nomadi digitali?

Chi sono e che lavoro fanno i nomadi digitali? Come vive un nomade digitale? Alcune considerazioni personali e riflessioni sul nomadismo digitale, per capire meglio questo stile di vita e viaggiare per il mondo a tempo indeterminato.

Siamo cresciuti cercando di inseguire un modello standard di vita e ci hanno fatto credere che esiste un solo modo per ottenerlo, legato al fatto di rimanere sempre nella stessa città attaccati allo stesso posto di lavoro per tutta la nostra esistenza.

Fai così Gianluca, lo fanno tutti.

Molte delle persone che conosco hanno questa idea del mondo lavorativo: vogliono trovare un impiego e non cambiarlo più, fare carriera e rimanere ben saldi all’interno della propria comfort zone.

La maggior parte della gente preferisce vivere una vita stabile e prevedibile; sveglia, qualche ora nel traffico per raggiungere l’ufficio, pausa pranzo, ancora ufficio, qualche altra ora nel traffico per tornare a casa, cena, tv, letto.

Questa è l’idea generale e non dico che sia sbagliata, solamente non è l’unica possibile. E di sicuro non è quella che fa per me.

Sono sempre stato un tipo a cui non piace la routine, personalmente odio “fare così perché lo fanno tutti”, non amo restare chiuso in un ufficio e vendere il mio tempo in cambio di uno stipendio da utilizzare per pagare le rate della macchina o l’abbonamento dei mezzi pubblici.

Non voglio diventare vecchio pronunciando ogni giorno la fatidica frase “prima o poi realizzerò tutti i miei sogni nel cassetto”. Far parte della categoria dei nomadi digitali era il passo più logico da seguire.

Così ho preso la decisione di andare controcorrente e licenziarmi per ben 3 volte da lavori fissi, caricarmi lo zaino sulle spalle e partire senza un biglietto di ritorno. Ho deciso di vivere al di fuori della mia comfort zone e non potevo aspettare altro tempo.

Cosa significa essere nomadi digitali?

Negli ultimi anni ho vissuto come nomade digitale in più di 15 differenti città, visitando alcuni dei posti più belli del mondo e mangiando cibo di diverse cucine internazionali. Ho conosciuto persone e culture differenti, ho abbracciato amici e compagni di viaggio per pochi giorni o settimane. Ho vissuto avventure incredibili e ho realizzato diversi sogni che erano rimasti troppo tempo chiusi in un cassetto. Tutto questo senza mai abbandonare il mio lavoro online, indispensabile per proseguire il mio singolare viaggio.

Ecco perché sono convinto che una vita differente è possibile; ecco perché ritengo il posto fisso (di vita e lavoro) un concetto ormai superato.

Nomadi digitali Gianluca Orlandi

Ormai sono più di 12 anni che viaggio e vivo in diverse città al di fuori dell’Italia, con qualche breve ritorno a casa in cui non sono mai riuscito a stare davvero fermo, perlomeno con la testa. Seppure con tante difficoltà incontrate lungo il percorso, sono riuscito a fare quello che sognavo da tempo. Sono stato fortunato forse, ma ci ho creduto e non ho mai smesso di lavorare per raggiungere il mio obiettivo: diventare nomade digitale a tempo pieno.

Durante tutto questo tempo ho imparato che non tutti siamo uguali e ognuno di noi deve sentirsi libero di seguire il suo istinto per trovare la propria strada. Quello che è giusto per alcuni, è tremendamente sbagliato per altri, e viceversa.

Oggi sono un po’ meno backpacker e viaggiatore, ma senza dubbio più felice rispetto alla mia vita precedente.

Viaggio e lavoro online, portando avanti i progetti che ho creato personalmente, e svolgendo da qualsiasi parte del mondo il lavoro che sono riuscito a crearmi nel corso di questi anni. Ho conosciuto tanti nomadi digitali in giro per il mondo e sono riuscito a conciliare questo stile di vita.

4 convinzioni che ho stravolto nella mia nuova vita da nomade digitale

Compriamo cose che non ci servono, con denaro che non abbiamo, per impressionare persone che non ci piacciono. Dave Ramsey

Il percorso da nomade digitale che ho intrapreso è stato fondamentale per farmi aprire gli occhi su molti aspetti che ora riesco a vedere da un’altra prospettiva; sono cambiato e non posso più immaginarmi a vivere in maniera differente.

Probabilmente questo stile di vita non è per tutti, ma sono riuscito a trovare la mia dimensione e non posso (e non voglio) più tornare indietro.

1. Sono minimalista:

Da quando ho deciso di vendere tutto quello che avevo e partire, ho viaggiato attraverso 20 Paesi e sono riuscito ad infilare tutti i miei possedimenti all’interno dell’unico bagaglio a mano con cui viaggio. Tutto quello che ho posso portarlo con me e prima di acquistare qualsiasi cosa mi chiedo: “lo posso inserire nel mio zaino?”

Se la risposta è NO allora non ne avrò bisogno. Vivo con poco, sono diventato minimalista e non ho più bisogno di tante cose che prima compravo solamente per moda e non per reale necessità.

2. Non sono più un viaggiatore:

Il mio modo di viaggiare è cambiato e sono più interessato a conoscere persone del posto piuttosto che vedere e fare tutto quello che ci dicono le guide. Ma la mia priorità è il lavoro e a volte devo rinunciare a fare il turista per poter proseguire il mio percorso da nomade digitale: sono partito scattando foto a monumenti, sono finito in cafe di tutto il mondo a lavorare con il mio laptop.

3. L’ufficio non è l’unico posto di lavoro:

I nomadi digitali non hanno un ufficio e in questo viaggio a tempo indeterminato ho svolto il mio lavoro da casa, in hotel e ostelli, su aerei, treni, bus, cafe sparsi in giro per il mondo (tanti) e coworking spaces (pochi), quest’ultimi semplicemente perché ricordano troppo i normali uffici.

Ci hanno fatto credere che il lavoro è qualcosa che va fatto sempre nello stesso luogo, ma recarsi tutti i giorni nello stesso posto, lavorando magari con colleghi che detestiamo, può essere controproducente.

Musica nelle orecchie per coprire tutti i rumori e concentrazione sono i miei segreti per riuscire ad essere produttivi anche in luoghi lavorativi non convenzionali.

4. Sono libero di gestire il mio tempo:

Ora che ho la possibilità di scegliere dove, come e quando lavorare ho eliminato la vecchia convinzione che si deve obbligatoriamente lavorare 8 ore al giorno, dal lunedì al venerdì.

Durante la notte, il sabato mattina oppure la domenica pomeriggio o quando meglio credo; non significa che lavoro meno ore, significa solamente che sono libero di decidere quando e come svolgere il mio lavoro.

Stesso discorso vale anche per il mio tempo libero; posso prendere un giorno libero nel bel mezzo della settimana, senza chiedere il permesso a nessuno. Ci vuole disciplina ma l’orario di lavoro classico lo ritengo ormai arretrato e anche in questo caso non potrei più tornare indietro.

Viaggiare come nomadi digitali non vuol dire solamente saltare da un paese all’altro senza fare nulla tutto il giorno.

Probabilmente questo stile di vita nomade non fa per tutti, e devi assolutamente valutare nel dettaglio aspetti positivi e negativi prima di mollare tutto, licenziarti e viaggiare per il mondo con un laptop nel tuo zaino.

Ma sono convinto che, una volta iniziato un percorso di questo genere, tutti i pezzetti del puzzle prima o poi cominceranno ad incastrarsi alla perfezione. Dipende solo da quali sono le tue priorità nella vita.

Il futuro appartiene a chi crede nei propri sogni, a chi riesce ancora a farsi delle domande e trovare le risposte. Non conta quello che ci hanno insegnato fino a questo momento, conta il risultato finale.

Bisogna solamente trovare il coraggio di buttarsi, seguire il proprio istinto, aprire la mente e crearsi il proprio destino. E tu sei disposto a farlo per inseguire i tuoi sogni?

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