Londra è una città frenetica. Lo si respira non appena esci di casa e cammini per le strade della City, o quando prendi la tube. Un fiume di persone che camminano (corrono) in tutte le direzioni. Tutti di corsa, ma tutti immersi nelle loro attività: leggere il giornale o un libro, o ascoltare musica con cuffie di tutti i tipi.
Nessuno vuole perdere il treno, per cui in poco tempo ti ritrovi a camminare ad una velocità a cui non sei abituato. E ti abitui anche a pensare più velocemente, che le situazioni e le persone cambiano ogni giorno.
Un pò quello che è successo a me nel giro di due settimane, da quando ho lasciato il residence dove ho vissuto il primo mese e mezzo e ho trovato una stanza condivisa in un appartamento. Tre australiane, uno spagnolo e un francese.
Le ragazze sono le nostre insegnanti, a cui ci rivolgiamo quando non sappiamo come si dice una parola in inglese. Ad esempio ho scoperto da poco che abituato si dice used to.
I am used to, mi sono abituato a…
In queste due settimane alcune persone con cui ho passato momenti felici sono ripartite per i loro paesi d’origine. Altre situazioni sono cambiate talmente in fretta da rimanere spiazzato, in un primo momento. Normale, se vivi a lungo tempo facendo le stesse cose tutti i giorni. Stesse persone tutti i giorni. Stesso cibo, stesse bevande. O come diceva una vecchia canzone… stessa storia, stesso posto, stesso bar.
Qui a Londra invece le mie abitudini cambiano ogni giorno. Ogni giorno incontro una persona nuova, e ogni giorno imparo qualcosa di nuovo delle persone che già conosco.
Mi ritrovo a fare cose che non avrei mai immaginato qualche tempo fa. Visitare un museo, studiare in biblioteca, bere cappuccino dopo pranzo al posto del nostro caro e vecchio espresso. I bus e i mezzi pubblici, quanto li odiavo in Italia. Qui sono l’unico modo che ho per spostarmi da una parte all’altra della città.
Non nascondo che mi piacerebbe sfrecciare per Camden Town o passare da Piccadilly Circus a bordo della mia cara e vecchia Fiesta, ma rischierei di causare uno degli incidenti peggiori nella storia di Londra, guidando nella corsia sbagliata, o prendendo una rotonda al contrario.
C’è un pò di confusione nella mia testa in questo periodo, dopo un esperienza lavorativa non proprio perfetta. Anche se il tuo posto di lavoro è un ristorante sulle rive del Tamigi, e quando esci ti trovi dall’altra parte del fiume la cupola di St. Paul’s Cathedral sullo sfondo.
Sto prendendo tempo per cercare qualcosa di migliore, nel settore dove vorrei lavorare. Ma sto cercando di trasformare qualsiasi cosa, anche le esperienze meno positive, in qualcosa che mi aiuti a crescere, in qualche modo.
Quando qualcosa va storto cerco di rimediare con un sorriso, una passeggiata, un pò di musica. Un piatto di pasta. Ma soprattutto una birra. Fortunatamente, alcune abitudini non muoiono mai.